Come scegliere il contatore del gas?
I diversi tipi di contatori si distinguono in base alla portata, la capacità di misurazione massima. Gli apparecchi vengono distinti in base alla quantità di gas che riescono a misurare. Questo fattore è strettamente collegato ai consumi degli utenti. Il contatore del gas di un’utenza domestica è più piccolo e ha delle caratteristiche differenti rispetto a quello che viene installato presso una fabbrica, ad esempio. Ma cerchiamo di spiegare che cos’è la portata termica e come variano i costi da pagare in bolletta in base alla classe del contatore e alle sue caratteristiche tecniche.
Che cos’è la portata termica
Per capire cos’è la portata termica del contatore del gas, occorre distinguerla dalla portata volumetrica. Quest’ultima è riferita al volume di gas che passa in una data unità di tempo e si misura solitamente in metri cubi all’ora.
L’unità di misura della portata termica invece è kW oppure Kcal/h. Naturalmente i due concetti comunque sono collegati, perché più è elevata la portata termica maggiore sarà anche la portata volumetrica. Sul contatore in genere troviamo delle informazioni tecniche che si riferiscono alla portata nominale, alla portata massima e minima e alla classe dell’apparecchio.
Come viene indicata la potenza termica del contatore del gas
I vari contatori si dividono in base alla classe assegnata, che in genere è contraddistinta dalla lettera G. Più aumenta il consumo più occorre verificare che sia installato un contatore con una maggiore portata volumetrica e una maggiore potenza termica.
Generalmente nelle utenze domestiche il contatore installato appartiene sempre alla classe G4. Per quanto riguarda la potenza, per le forniture ad uso domestico, ammonta a circa 30 kW o 35 kW. Il contatore più adatto a sostenere questa potenza complessiva è quello G4.
Nel caso in cui invece in un’abitazione è presente il riscaldamento centralizzato, negli appartamenti che fanno parte di un condominio, il contatore più adatto è il G10. È molto importante sapere le caratteristiche della potenza termica dell’impianto del gas, specialmente quando si deve procedere ad una prima attivazione o ad un subentro, se si apportano delle modifiche nell’impianto interno.
Esistono poi tanti altri tipi di contatore che variano di classe anche in base all’uso che viene fatto. Per esempio il G1,6 vale soltanto per il GPL, così come il G2,5. Negli impianti industriali invece ce ne sono di varie classi. Più specificamente si tratta di: G16, G65, G100, G250, G1000, G6500, tutti con una portata differente.
Come cambiano le spese in bolletta a seconda della potenza termica
Alcuni si chiedono se i costi in bolletta variano in base alla classe del contatore. La risposta a questa domanda è affermativa, però bisogna considerare anche che le spese non dipendono soltanto dalle caratteristiche tecniche dell’apparecchio, ma anche da altri fattori.
Infatti è da considerare innanzitutto la quota fissa annuale per il trasporto e la gestione del contatore. Questo costo varia a seconda delle sei zone tariffarie in cui è divisa l’Italia, soprattutto in base alla collocazione geografica.
Naturalmente incidono anche i consumi, che dipendono dallo stile di vita e dalle abitudini. Per capire invece come i costi siano collegati alla potenza termica, possiamo fare un esempio chiarificatore.
Prendiamo come riferimento una famiglia media con un consumo pari a 1000 smc annuali. A seconda della classe di contatore ci possono essere spese differenti.
Per fare un esempio, se si ha un contatore di una classe inferiore a G6, la spesa annuale potrebbe essere di circa 670 euro. Se si ha un contatore che appartiene alle classi comprese tra G10 e G40 si possono spendere circa 1.100 euro l’anno. Nel caso di un contatore di classe maggiore di G40, si arriva anche a più di 1.800 euro di spesa annuale.